Dalla scuola materna col computer: il percorso di Giulia

Peroni M.*, Visconti P.*, Truzzi R.*, Amati C.°

*Ambulatorio Autismo, U.O. NPI, Ospedale Maggiore, Bologna

° Scuola Elementare Garibaldi, Bologna

 

 

Introduzione

L’utilizzo dell’informatica per i soggetti con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo può essere pensato per perseguire vari obiettivi, come illustrato nella sperimentazione presso il laboratorio di ASPHI (Peroni e Visconti, 2005). L’esperienza qui raccontata è un esempio di percorso di sviluppo e di integrazione di una bambina autistica attuato anche tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie. Tale percorso vede protagonista Giulia e tutte le persone che sono cresciute con lei nel corso di questi anni. 

 

Presentazione di Giulia

Giulia è nata nel 1995. I genitori iniziano a preoccuparsi verso i 3 anni a causa di un importante ritardo del linguaggio e di alcuni atteggiamenti quali dondolamenti stereotipi e selettività alimentare. Nello stesso periodo durante l’inserimento alla Scuola Materna Garibaldi, le insegnanti notano grosse difficoltà relazionali: Giulia tende ad isolarsi, non è interessata agli altri bambini, presenta scarso contatto visivo e stereotipie motorie e con oggetti.

Alla fine del 1998 Giulia viene valutata dall’equipe dell’Ambulatorio Autismo dell’Ospedale Maggiore dove le viene diagnosticata la presenza di un Disturbo Autistico. In seguito a questa valutazione si delinea un progetto psicoeducativo che si ispira all’approccio TEACCH.

 

L’approccio TEACCH e l’intervento psicoeducativo per Giulia

La filosofia del TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children) è una cornice teorica e pratica aperta all’integrazione di altri approcci come ad esempio la “Terapia di Scambio e di Sviluppo” e anche l’intervento tramite l’informatica.

Con Giulia è stato organizzata, sin dalla scuola materna, una modalità di lavoro tipica dell’educazione strutturata che si ispira al modello TEACCH attuata tramite un’organizzazione degli ambienti, del tempo e delle attività in modo da fornire una maggiore prevedibilità e leggibilità degli eventi. Le informazioni vengono fatte passare prevalentemente per il canale visuo-spaziale bypassando le difficoltà di comunicazione  di Giulia. All’interno di questa cornice e con queste modalità sono state introdotte varie esperienze per favorire lo sviluppo funzionale, l’autonomia e la comunicazione, ovvero in sintesi la socializzazione della bambina.

Le attività vengono preparate sulla base delle valutazioni periodiche da parte dell’equipe dell’Ambulatorio Autismo, partendo da attività che Giulia dimostra di padroneggiare in sede ambulatoriale.

Dato che le difficoltà più marcate di Giulia e in generale dei bambini con Disturbo Autistico sono nell’ambito della comunicazione e della socializzazione, le proposte in fase iniziale vengono presentate in un ambito protetto, a tavolino, con l’ausilio di un mediatore in un rapporto uno a uno. Si ritiene infatti opportuno, per le caratteristiche neuropsicologiche di Giulia e in generale dei bambini con Disturbo Autistico, che primariamente le attività vengano proposte da un punto di vista cognitivo e che vi sia una sorta di “stabilizzazione” motoria che permetta il processo di apprendimento. In seguito il soggetto, in questo caso Giulia che avrà appreso quella determinata attività sul versante cognitivo, dimostrerà con il tempo di padroneggiare l’attività in autonomia, senza aiuti, vero e imprescindibile obiettivo del percorso evolutivo. Parallelamente all’evolversi del consolidamento funzionale le abilità possono essere esercitate nella situazione più complessa, cioè quella sociale. In tal modo si segue un ordine crescente ma graduale di difficoltà, poiché si parte dalle  capacità di base proprie di quella persona per accrescerle, generalizzarle e l’aumento della complessità dei compiti funge da vettore per favorire una reale integrazione.

Questo è un lungo percorso che richiede una generalizzazione delle abilità nelle varie situazioni. In questa trattazione presenteremo come ci si sia avvalsi anche del supporto delle nuove tecnologie per intervenire con Giulia nei diversi ambiti di sviluppo.

 

L’uso del computer con Giulia: perché?

Il computer è stato introdotto nel percorso di apprendimento di Giulia per vari motivi. Il primo e fondamentale è che il computer attrae da sempre la bambina, quindi è sempre risultato un mezzo privilegiato di apprendimento data l’attenzione che la bambina riusciva a riporre durante l’utilizzo del computer.

Il secondo motivo per l’introduzione del computer nel percorso di sviluppo è l’aiuto offerto dall’informatica al processo di generalizzazione;  permette infatti di proporre lo stesso concetto con modalità diverse: mediante il computer può essere possibile riproporre attività svolte in altri contesti e anche produrre schede didattiche da software esistenti (semplicemente stampando le schermate e quindi riproponendo l’esercizio con una modalità bidimensionale e cartacea) o creare nuovi materiali riutilizzabili e modificabili.

 

L’uso del computer con Giulia: Il percorso

Giulia ha iniziato a usare il computer nel 2000 a quasi 5 anni come una forma di “passatempo” a casa. I genitori raccontano che era più semplice proporre a Giulia attività strutturate come il computer rispetto al gioco libero. Questo è facilmente comprensibile se si pensa alla mancanza di attività immaginativa dei soggetti con Disturbo Autistico. Quindi risultava più semplice nel percorso psicoeducativo partire con attività di tipo cognitivo, anche attraverso il computer, piuttosto che altre modalità di lavoro tipiche della didattica tradizionale; addirittura risultava più semplice “lavorare al computer” piuttosto che “far giocare liberamente”, proprio in considerazione delle caratteristiche di Giulia.

L’uso del computer è stato inserito anche nel curriculum scolastico per promuovere l’attenzione e stabilizzare Giulia durante attività finalizzate. In questo senso alla materna si sono utilizzati software didattici come “Gioca con Teddy” e “Socrates”, giochi semplici e motivanti che cercavano di implementare le capacità attentive di Giulia, stimolando il processo di crescita in vari ambiti dello sviluppo: percezione,  motricità fine, coordinazione occhio-mano e l’area cognitiva.

Sulla base delle valutazioni periodiche di follow-up, nel corso degli anni, venivano stabiliti insieme a scuola e famiglia nuovi bisogni e obiettivi da perseguire e, a seconda di tali necessità e fini, sono stati gradualmente introdotti vari software tra cui: “Gioca con le lettere” e “Impara le parole” per l’introduzione alla letto-scrittura, e “Gioca con le cifre” e “Impara la matematica” per l’avviamento ai numeri e al pensiero logico-strategico.

Oltre ad implementare aree dello sviluppo, il computer è stato indubbiamente un mezzo per promuovere l’autonomia di Giulia e la gestione del tempo in modo finalizzato. Giulia dimostra molto presto di essere capace di gestire in modo del tutto adeguato l’interazione con il computer, padroneggiando vari comandi come avviare il computer, far partire un programma, gestire il mouse e anche dimostrando un’insospettata capacità ad organizzarsi semplici situazioni di gioco mediate dal computer.

Questo aspetto ha un risvolto estremamente positivo per la gestione del tempo libero a casa: in questo modo Giulia può infatti rimanere sola , ad esempio quindici-venti minuti, organizzandosi in autonomia un’attività funzionale senza una guida costante da parte dell’adulto. 

I genitori hanno inoltre sfruttato l’interesse di Giulia per il computer per favorire le capacità espressivo-narrative della bambina mostrando le fotografie della giornata e stimolando Giulia nel commento e nella comunicazione.

Data l’abilità di Giulia con le nuove tecnologie, alle elementari è stato anche organizzato un momento di lavoro con i compagni sullo scambio sociale tramite la mediazione del computer: questo ha fornito una visibilità positiva della bambina rispetto ai compagni e ha inoltre incrementato la sua capacità di condividere e tollerare uno svolgimento di gioco in compagnia dei coetanei.

L’ausilio del mezzo informatico risulta poi piacevole e interessante anche per i compagni di Giulia e così è stato possibile contare sulla massima collaborazione da parte di tutti gli attori. In questo modo si è implementato per tutti un lavoro sulla tolleranza e sul rispetto dei turni, base fondamentale della comunicazione e dell’integrazione in contesti sociali.

Attraverso la mediazione delle nuove tecnologie è stato anche possibile organizzare un lavoro sulle abilità sociali, introducendo un percorso specifico avente come  obiettivi la comprensione di stati emotivi diversi, nonché l’acquisizione di comportamenti socialmente utili. Tale progetto, intitolato “Che emozioni!”, vede la collaborazione dei compagni di classe di Giulia nella preparazione del materiale e nei giochi cooperativi che ne conseguono. Per affrontare il tema delle abilità sociali e la comprensione delle emozioni, come nel caso di Fabio, riportato in precedenza (Peroni et al., 2005), è stato previsto un percorso per “step” successivi:

1)     Preparazione del materiale:

a.      Documentazione fotografica e videoregistrazione di scenette di “role-playing” attuate dai compagni: i compagni di Giulia partecipano come attori a brevi rappresentazioni di situazioni che possono causare tristezza, gioia, rabbia, paura.

b.     Raccolta di fotografie di Giulia in situazioni che rimandano a tali emozioni con la collaborazione della famiglia.

c.      Montaggio del materiale video in collaborazione con la Fondazione ASPHI e l’Equipe dell’Ambulatorio Autismo dell’Ospedale Maggiore.

d.     Preparazione da parte dell’educatrice di eserciziari sul “riconoscimento delle emozioni” mediante il software aperto “Clicker4” con il materiale raccolto e preparazione di eserciziari cartacei.

2)    Input teorico: presentazione tramite computer del modello competente (presentazione video dei compagni)

3)    Esecuzione degli eserciziari tematici a computer e cartacei

4)    Attività di consolidamento e generalizzazione con i compagni: esercizi a computer a turno e role playing di situazioni.

Sebbene tale progetto sia iniziato solo quest’anno, in 3° elementare, proprio in funzione di una gradualità degli apprendimenti, Giulia mostra di apprezzarne i contenuti e di partecipare collaborando in tutte le fasi. E i compagni dimostrano lo stesso entusiasmo.

 

Conclusioni

In questa trattazione abbiamo voluto esporre come e perché è stato introdotto l’uso delle nuove tecnologie nel percorso di crescita di Giulia per il suo benessere, il suo sviluppo e la sua integrazione sociale. Crediamo che tale percorso sia esemplificativo di un concetto ben espresso dal Professor Canevaro: “non c’è integrazione se non c’è organizzazione”. L’integrazione sociale per una bambina autistica come Giulia è un obiettivo ambizioso che per essere perseguito deve essere necessariamente pensato e organizzato in momenti di apprendimento graduali e sistematici, partendo da situazioni facilitanti per arrivare a situazione di reale integrazione in cui la bambina possa beneficiare della compagnia dei coetanei e viceversa.

In questa breve analisi abbiamo messo in luce come l’introduzione dell’informatica abbia favorito con Giulia, come situazione facilitante, il raggiungimento di obiettivi gradualmente modificati. Grazie all’utilizzo del computer e di software didattici è stato infatti possibile supportare l’implementazione e la generalizzazione di abilità dello sviluppo preliminari alla comunicazione e l’interazione sociale. Il computer ha inoltre permesso di favorire una visibilità positiva di Giulia, considerando le capacità   superiori di gestione del mezzo informatico rispetto ai coetanei. Questi elementi hanno permesso la realizzazione di momenti ludici e di apprendimento sia per Giulia che per i compagni oltre alla condivisione dell’attività al computer in funzione dell’apprendimento di abilità sociali e di riconoscimento delle emozioni.

Ovviamente l’intervento tramite il computer è stato previsto con Giulia all’interno di una programmazione ed organizzazione più ampia ed articolata su cui non è possibile soffermarci in questa sede. Risulta quindi fondamentale sottolineare che l’introduzione delle nuove tecnologie deve essere sempre integrata in una progettazione psicoeducativa complessa, all’interno di una rete di lavoro con diverse professionalità e competenze che coinvolga attivamente scuola e famiglia, come nel caso di Giulia.  Da non dimenticare inoltre che la progettazione deve tenere sempre in considerazione le caratteristiche del bambino, della sua patologia e del suo ambiente, ricordandosi che “non c’è integrazione se non c’è organizzazione”.

 

Ringraziamenti

Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza una fitta collaborazione tra scuola, famiglia e servizi. Giulia è stata osservata nel tempo da ognuna dell’équipe dell’Ambulatorio Autismo a cominciare dalla dott.ssa Visconti, e in seguito dalle collaboratrici Ciceri, Bandini, Tonnini e Truzzi: ognuna ha contribuito alla realizzazione della progettazione psicoeducativa partecipando alle valutazioni e ai colloqui. I frequenti incontri hanno reso possibile un reale scambio con la scuola e la famiglia. Dalla scuola Materna si è potuto contare sulla professionalità della Professoressa Amiconi, direttrice dell’Istituto Comprensivo XI, della Dott.ssa Amati che ha seguito tutto il percorso di Giulia, delle insegnati di sostegno Vanna Bianchini e  Virginia Giardino e delle insegnanti di classe della materna e delle elementari. E infine grande merito va anche ai genitori di Giulia che hanno sapientemente contribuito nel percorso educativo della loro bambina.

 

Riferimenti bibliografici

Peroni M. e Visconti P. (2005). Una ricerca applicata: le nuove tecnologie con persone autistiche. Atti Handimatica 2004

Peroni M., Visconti P., Truzzi R., Giovannini F. (2005). Tecnologie Informatiche e Abilità Sociali: un progetto nelle scuole superiori per Fabio.  Atti Handimatica 2004