L’INPS ha sempre rivolto particolare attenzione alla salute e alla sicurezza dei propri dipendenti, e, con la recezione del D.Lgs 626/94, si è connotato come azienda sicura.
Proprio per tutelare la sicurezza di tutti è nata la necessita di un’analisi organica della situazione dei suoi dipendenti con disabilità. L’Istituto ha un organico di circa 35.000 dipendenti sul territorio nazionale ed è stato attivato un monitoraggio del personale assunto con le varie leggi sul collocamento obbligatorio o che hanno segnalato post assunzione la condizione di lavoratori con disabilità.
Con determinazione del Direttore generale è stato attivato un “Progetto per l’attuazione delle politiche generali sulla disabilità nell’Istituto”, ai sensi della legge 68/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, di cui è stato nominato responsabile il dottor Giuseppe Di Loreto. Scopo del Progetto è quello di valorizzare i lavoratori con disabilità attraverso l’elaborazione di “Linee guida per l’integrazione dei disabili in azienda, da obbligo a risorsa”.
Per la realizzazione del progetto, sono state messe in atto sinergie con Aziende Pubbliche e Private, quali l’INAIL, la Fondazione IBM Italia, la Fondazione ASPHI.
Il primo passo è stato il censimento dei lavoratori appartenenti alle categorie protette. I dati, forniti dagli uffici delle risorse umane, sono stati in seguito separati da quelli concernenti tipi di categoria protetta non relativi alla disabilità ( orfani e vedove del lavoro e del servizio, profughi….) e suddivisi in base a dati anagrafici, lavorativi e tipo di disabilità.
Dai primi dati, è subito risultato chiaro che i tradizionali mezzi di elaborazione del materiale pervenuto portavano ad un’analisi approssimativa della situazione: l’Istituto è una realtà amplissima. Numerosi dipendenti provenienti in mobilità da altri enti, oltre ad un certo numero di persone divenute disabili post assunzione, non risultavano infatti nei data base delle Risorse Umane. Per questo è stato deciso che bisognava studiare un sistema di elaborazione dei dati più flessibile.
È stato anche evidenziato che il numero di personale con disabilità in forza presso l’Istituto è inferiore alla quota di riserva prevista dalla legge. L’analisi delle qualifiche rivestite dal personale assunto in base alle leggi di collocamento obbligatorio ha anche evidenziato, in generale, che le persone con deficit visivi ed uditivi hanno qualifiche lavorative abbastanza tipizzate (centralinisti, addetti all’approvvigionamento).
Il censimento si è quindi dimostrato uno strumento prezioso di analisi ed elaborazione dati, ed è quindi il primo atto che un’azienda deve intraprendere per elaborare delle linee guida per la valorizzazione del personale con disabilità.
D’altro canto, il censimento basato su schede cartacee o comunque su supporto informatico convenzionale non ha permesso l’incrocio dei dati con i data base già attivi in INPS relativi alla gestione del personale.
Sono state attivate tre diverse linee di azione per impostare l’evoluzione del ruolo del personale con disabilità che lavora in INPS:
A distanza di poco più di una anno dalla pubblicazione del Primo rapporto sul progetto in questione, le tre linee di azione hanno già prodotto i primi risultati.
Con una delibera del Consiglio di amministrazione si è stabilito di stipulare con gli uffici competenti convenzioni ( di cui alla legge 68) per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, per portare alla copertura della quota di riserva entro il 2010.
È stata completata una scheda informatica che permette di monitorare la situazione di ogni persona assunta ope legis come disabile, garantendo nel contempo il rispetto assoluto della privacy del lavoratore, per permettere la programmazione di piani formativi, lavorativi e relativi alla sicurezza ad personam. Questa scheda in futuro sarà uno strumento utile per collaborare con il lavoratore disabile e per collaborare con lui nella programmazione e nella realizzazione della sua valorizzazione in azienda.
Il progetto più importante ed innovativo è però legato ad uno dei pilastri dell’Istituto: la formazione con tecnologie informatiche.
Sono stati avviati corsi di alfabetizzazione informatica per lavoratori con disabilità sensoriali, in collaborazione con la Fondazione ASPHI di Bologna. Sono stati realizzati i “corsi pilota” per formatori e partiranno presto quelli per i dipendenti. Per la realizzazione di questo progetto, sono state tenute in considerazione le professionalità interne all’Istituto, sia persone con disabilità che normodotate. Lo scopo è quello di formare personale qualificato che possa svolgere le comuni mansioni lavorative con l’ausilio di tecnologie assistive. I corsi interessano 171 non vedenti, 124 ipovedenti e 174 audiolesi, per cui sono stati previsti quaranta formatori.
Un passaggio chiave nel processo di integrazione lavorativa è l’istituzione di un laboratorio di ergonomia per la valutazione delle capacità operative individuali e l’individuazione delle tecnologie assistive più idonee ad un corretto inserimento lavorativo della persona disabile. Questo laboratorio sarà attrezzato con una gamma completa di ausili tecnici ed informatici che rispondano alle necessità dei vari tipi di disabilità. In esso opereranno sia medici del lavoro che tecnici specializzati nell’uso delle strumentazioni.
Visto l’ingente quantitativo di risorse da investire, è logico pensare che una simile struttura andrà a servire non uno specifico ente, bensì sarà un punto di riferimento per le amministrazioni pubbliche.
Il lavoratore che accederà a questo laboratorio avrà la possibilità di testare direttamente i più avanzati strumenti tecnici e, con l’aiuto dei medici, e dei tecnici, potrà individuare la composizione della sua postazione di lavoro ideale.
L’esito di questi test sarà raccolto in una scheda che indicherà, per ogni lavoratore, sia gli strumenti necessari sia i paramentri per la loro corretta configurazione. Il datore di lavoro, a questo punto, non dovrà far altro che seguire queste indicazioni. In questo modo si forniranno preziose indicazioni e, nel contempo, si razionalizzeranno gli investimenti per l’adeguamento delle postazioni di lavoro ottimizzandone l’efficacia.
Le categorie protette, inoltre, non rientrano nei blocchi delle assunzioni per il pubblico impiego, quindi sono un’importante risorsa umana che nei prossimi anni sarà sempre più necessaria. Favorire la qualificazione personale per le persone con disabilità che operano, o opereranno, in INPS è un progetto pilota che porterà ad un’evoluzione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
Sviluppo di una metodologia per la valutazione dell’usabilità del sito internet del Governo
Sin dal 1999, l’INPS ha costituito dei gruppi di lavoro che si occupassero dell’accessibilità e dell’usabilità dei servizi alla clientela disabile, intesa non solo come cittadini che si rivolgono alla pubblica amministrazione, ma anche come lavoratori che hanno diritto alla piena integrazione ed alle stesse opportunità di crescita professionale dei loro colleghi.
Il patrimonio di conoscenza e di esperienza, che l’INPS ha acquisito in tutti questi anni di ricerca e sperimentazione, è considerato un prezioso patrimonio da rendere comune con le altre realtà. L’Istituto ha, infatti, sempre messo a disposizione le sue migliori professionalità alle altre pubbliche amministrazioni. E’ notizia di questi giorni la consulenza svolta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per lo sviluppo di una metodologia per la valutazione dell’usabilità del sito internet del Governo. Uguale consulenza è stata richiesta anche dal Ministero dell’Interno.
L’integrazione lavorativa del personale con disabilità è un complesso processo che presuppone:
1 la soluzione dei problemi tecnici che impediscono al lavoratore l’utilizzo degli stessi strumenti di produzione usati dai colleghi;
2 la capacità dell’ente di erogare una formazione senza barriere, rendendo accessibile a tutti e con pari opportunità gli strumenti per l’accrescimento professionale.
3 la volontà e la capacità del lavoratore di formarsi e di aggiornarsi;
4 la diffusione, nei luoghi di lavoro, di una cultura che porti a sottolineare quanto vi sia in comune tra lavoratori con disabilità e non rispetto ai pochi elementi di diversità.
Un piccolo, ma concreto esempio di quanto appena detto lo potete sperimentare visitando lo stand dell’INPS al padiglione istituzioni dove l’attività di consulenza è svolta da colleghi con disabilità e non, che agiscono autonomamente e su un piano di pari dignità avendo tutti indistintamente accesso agli strumenti informatici.
Il progetto in questione si configura quindi come una delle più avanzate realizzazioni sull’argomento in Italia.