Tecnologie Informatiche e Abilità Sociali: un progetto nelle scuole superiori per Fabio

Peroni M.*, Visconti P.*, Truzzi R.*, Giovannini F.°

*Ambulatorio Autismo, U.O. NPI, Ospedale Maggiore, Bologna

° ITIS Belluzzi, Casalecchio di Reno (BO)

 

Introduzione

L’utilizzo del computer probabilmente racchiude la metafora del solipsismo e risulta quindi forse difficile pensare che le nuove tecnologie possano aiutare nella comprensione e nell’apprendimento di abilità sociali. In queste pagine vogliamo dimostrare come invece sia possibile introdurre questo argomento con il supporto informatico per soggetti con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, sfruttando le caratteristiche neuropsicologiche di questi soggetti unitamente alle proprietà di prevedibilità e multimedialità dell’informatica. Cercheremo di dimostrare tale opportunità presentando un percorso pilota di training sulle abilità sociali effettuato mediate l’utilizzo anche del computer alle scuole superiori con un soggetto con Disturbo Autistico: Fabio.

 

Presentazione di Fabio

Fabio ha ora 16 anni, manifesta comportamenti spesso caricaturali o rigidi, alcune eccentricità nella comunicazione verbale ed alcuni comportamenti non adattivi. D’altra parte, il ragazzo ha raggiunto un buon grado di autonomia e di adattamento sociale grazie alla famiglia, all’intervento psicoeducativo della scuola e all’attivazione precoce dei Servizi Territoriali (referente Neuropsichiatra Infantile è la Dott.ssa Carlotta Gentili). Fabio è seguito dall’Ambulatorio Autismo da alcuni anni e ha partecipato nel 2003 all’esperienza nel laboratorio presso la Fondazione ASPHI per valutare l’efficacia dell’utilizzo delle nuove tecnologie con persone autistiche. Durante la sperimentazione si è impostato un lavoro in collaborazione con la scuola e la famiglia per implementare le abilità sociali di Fabio, capacità trasversali a ogni ambito di sviluppo.

 

Il Percorso

Durante l’esperienza presso il laboratorio di ASPHI, Fabio ha mostrato un’ottima partecipazione (Peroni et al., 2003). Lui stesso racconta scrivendo alla fine del primo incontro “ok oggi vengo a marcella a fare il computer mi piace il computer faccio le carte sono felice faccio il computer io andrò in bagno. sono io fabio ho 15 anni”.

Nelle tre osservazioni presso il laboratorio, il ragazzo ha mostrato buone capacità di adattamento ed un’ottima capacità di utilizzo  del computer in autonomia.

Su un altro versante, i genitori riportano alcune difficoltà nella gestione e nella regolazione delle proprie emozioni. Tale difficoltà si esplicita in comportamenti non sempre appropriati al contesto, a volte il ragazzo ad esempio si butta per terra o presenta eteroaggressività. Per questo motivo è stato proposto e ideato un training sulle abilità sociali seguendo un percorso individualizzato a seconda delle esigenze individuate.

Si intende per abilità sociale la “capacità di comprendere ed assimilare codici di comportamento sociale”. Il training sulle abilità sociali è un programma ampio che comprenda vari settori tra cui:

-        l’educazione dell’affettività, come rielaborazione di emozioni difficili da gestire per Fabio,

-        l’apprendimento di script sociali,

-        il tema delle persone conosciute/sconosciute

-        lavoro per l’autonomia

Nel caso di Fabio è stato ipotizzato che i primi due punti potessero essere affrontati nella scuola e generalizzati con l’aiuto della famiglia, per quanto riguarda gli ultimi due punti si è invece coinvolto l’educatore extra-scolastico. In questa sede descriveremo in particolare i primi due punti, che si sono esplicitati in una rielaborazione delle emozioni e una migliore comprensione delle situazioni sociali per riuscire ad attivare schemi di comportamento sempre più appropriati.

 

Il Progetto e la metodologia

Il primo obiettivo da perseguire è quello di aiutare Fabio a riconoscere le proprie emozioni e a esprimerle in modo appropriato. Per affrontare questo tema è stato previsto un percorso per “step” successivi attuati nel contesto scolastico e casalingo.

In una prima fase si è coinvolto il ragazzo nella costruzione del materiale sia cartaceo che tecnologico che sarebbe stato utilizzato nelle sessioni di lavoro. Durante la sperimentazione nel laboratorio di ASPHI Fabio aveva mostrato estremo interesse  nella fase di costruzione dell’esercizio,  al punto che dopo aver costruito al computer, tramite anche l’ausilio del microfono, un esercizio di riconoscimento di emozioni partendo da foto di situazioni esperite da Fabio, il ragazzo ha commentato scrivendo: “io sono andato a scuola io andrò a casa sono andato da marcella a fare il computer ho registrato la mia voce sono felice io salgo l'autobus sono felice”.

Gli esercizi per l’educazione all’affettività sono stati costruiti mediante software multimediale aperto “Contattowin” della cooperativa Anastasis: tale software ha una “modalità autore” che permette di creare esercizi con immagini, foto, suoni e feedback personalizzabili.

In una seconda fase viene esposta a Fabio sottoforma sia cartacea che al computer mediante “Contattowin  le attività costruite, sulle quali è possibile compiere delle scelte.

Si è deciso di partire, sulla base delle valutazioni precedenti, da situazioni problematiche realmente vissute da Fabio. Al ragazzo viene richiesto con il supporto visivo, di rielaborare l’accaduto secondo uno schema prefissato:

§       racconto delle reazioni e identificazione dell’emozione corrispondente,

§       presentazione di uno schema di comportamento alternativo e identificazione delle emozioni,

§       valutazione del percorso più adeguato,

Questo schema può essere rappresentato secondo due percorsi possibili: la vicenda realmente accaduta o una possibile alternativa, secondo il modello seguente ideato dall’équipe dell’Ambulatorio Autismo:

 

 

 

Situazione Reale

 
 

 

 


1 percorso reale                                                     2 percorso alternativo

 

Comportamento reale

 

Comportamento alternativo

 
 

 

 

Conseguenza reale

 

Conseguenza alternativa

 
 

 

 

Feedback

 

Feedback

 
 

 

 

 

 


In una terza fase viene richiesto a Fabio di estrapolare una regola generale dalla situazione particolare. Tale “buona prassi” viene esposta attraverso una sorta di modeling con un modello virtuale competente attraverso il programma PowerPoint e generalizzato attraverso esercizi proposti al ragazzo attraverso diverse modalità.

 

Risultati

Fabio ha reagito egregiamente all’attività, collaborando attivamente e partecipando ad ogni fase del progetto con interesse. Il ragazzo è stato in grado di compiere spontaneamente dei collegamenti con altre situazioni emotive nelle quali si sentiva agitato e non aveva avuto reazioni appropriate. L’educatrice infatti racconta: “sicuramente questa nuova attività lo ha leggermente spiazzato ma anche colpito sul vivo, nelle sue emozioni. Ha infatti subito fatto riferimento ad altre due situazioni avvenute in cui si era arrabbiato e non era riuscito a contenere l’ansia (quando di sdraia per terra “facendo la foca”, e quando ha colpito un estintore a scuola spaventandosi molto). Ha chiesto di “stampare l’estintore” e “stampare Fabio per terra”; ha saputo quindi identificare alcune delle situazioni e dei momenti che generano in lui ansia e difficoltà a contenerla”.

Un altro risultato degno di interesse sono le osservazioni che riportano i genitori: “Fabio sembra più capace di verbalizzare i propri stati emotivi e quindi di riconoscerli in se stesso”. Tale esperienza ha quindi avuto una ripercussione positiva nell’ambiente familiare e scolastico.

 

Conclusioni e prospettive per il futuro

Tale percorso pilota fornisce quindi un modello di intervento sulle abilità sociali che si può avvalere anche del supporto informatico che come sappiamo e molto ben accetto  da questi soggetti. Sembra quindi possibile superare il preconcetto del computer come segno di individualismo e considerare le nuove tecnologie come mezzo utile nella comprensione e nell’apprendimento di abilità sociali

Dato il buon esito del training e i risultati incoraggianti, tale attività verrà riproposta all’interno di questo anno scolastico con l’aggiunta di fasi di role playing e verifica dell’apprendimento in contesto ecologico.

In parallelo si imposteranno lavori sull’apprendimento di script sociali per favorire anche l’autonomia (affrontando i possibili imprevisti che possono accadere, ad esempio, in autobus) implementando esercizi sulle “persone conosciute-sconosciute” e schemi appropriati di comportamento a seconda del livello di conoscenza dell’Altro. Inoltre si è impostata l’attività con la comunicazione a distanza tramite e-mail.

Questa esperienza, oltre ai contenuti teorici e pratici che fanno riferimento ad una cultura cognitivo-comportamentale, ha funzionato anche grazie alla costruzione di una buona rete che vede protagonisti varie persone e professionalità: l’equipe dell’Ambulatorio Autismo dell’Ospedale Maggiore di Bologna che ha ideato e supervisionato il progetto, i Servizi Territoriali nelle persone della Dott.ssa Carlotta Gentili e Dott.ssa Chiara Manzoni, la scuola superiore ITIS Belluzzi, l’educatrice Francesca Giovannini a cui va il merito di aver portato personalmente avanti questo progetto con Fabio insieme con l’insegnante di sostegno Sara Gentili e l’aiuto della responsabile servizi handicap Susy Bagni; la Fondazione ASPHI ha reso possibile da un punto di vista tecnico sia la sperimentazione in laboratorio che a scuola.

L’esperienza è stata infine possibile  grazie alla famiglia estremamente collaborante e propositiva che ha partecipato regolarmente alla programmazione e alla sperimentazione.

Ovviamente un caloroso grazie a Fabio.

 

Riferimenti bibliografici

Peroni M., Truzzi R., Visconti P., Contento S., Gobbi G. (2003). “L’utilizzo dell’informatica nell’autismo” Atti del Corso di Aggiornamento: “Ritardo mentale e autismo.” Ed. Junior. Modena, 19-21 marzo pp.151-160.