Raffaele Iosa

vi porto il saluto del mio direttore Lucrezia Stellacci che è molto dispiaciuta di non poter essere presente. Ma io non sono dispiaciuto di sostituirla. Sostituire non è sempre, come dire, facile, se non altro per la mia storia professionale, per le competenze che ho in Regione per le quali si può dire che con l'ASPHI abbiamo ormai un rapporto di amicizia e di collaborazione continuo, esattamente come le tante facce e le persone che ci siamo riconosciute stamattina. Vi voglio solo consegnare due piccoli pensieri pensati che ho condiviso con il mio direttore ieri per non portare solo un saluto retorico, ma anche di merito. E’ molto interessante il rapporto che hanno le nostre scuole con l'ASPHI. Voi vedrete in questi tre giorni tantissime esperienze raccontate nelle quali le scuole non sono andate all'ASPHI, ma sono stati partner con l'ASPHI di ricerca. Due i particolari molto interessanti, uno sulla dislessia e un’altra sull'autismo nelle quali, appunto, le scuole non sono stati clienti di un luogo di ricerca ma partner di ricerca. Ci tengo molto a questo aspetto perché è un elemento di una fertilità, sia nel passato che nel futuro, che dobbiamo mantenere. Considerare la scuola sui temi dell'integrazione, come su altri, soggetto di ricerca in grado, capace di pensare, creare, è strategico. E d'altra parte come potete pensare che un professionista dell'istruzione utilizzi macchine, software o altro senza esserne almeno concettualmente proprietario, capace di modificare e adattarle? E’ nella natura specifica dell'integrazione scolastica questa competenza. Questa capacità bilaterale, reciproca con l'ASPHI di costruire insieme elementi di qualità è l'elemento che devo riconoscere del quale ognuno dei convegni biennali che facciamo è il riconoscimento di questa amicizia e collaborazione di merito, nella quale noi stessi scuola ci sentiamo orgogliosi di non essere, appunto, in una situazione subordinata ma di ricerca. Questo d'altra parte fa parte di una cultura di questa regione nella quale la collaborazione e la concertazione è molto diffusa. Abbiamo 32 centri di documentazione nati da noi e, più o meno altrettanti, nati nel territorio degli enti locali, già l’Assessore prima ne accennava, con i quali noi stiamo costruendo reti di collaborazione perché si facciano sinergie in una logica di governance locale, altrettanto quanto abbiamo tavoli di concertazione. I piani di zona ci hanno aiutato molto per questo, perché si costruiscano insieme concertazioni territoriali per quanto riguarda la gestione delle risorse nella logica del progetto di vita. Siamo cioè una regione nella quale i vari sistemi dialogano molto tra di loro e dentro questo vedo l'elemento della ricerca. Forse sarà per questo che questa Regione l'anno scorso ha avuto il 62% dei ragazzi, secondo la leva di nascita, che hanno ottenuto una maturità o un diploma professionale. Guardate è un dato di cui dobbiamo essere molto orgogliosi perché non c'è confronto in Europa sull'esito. Devo dirvi che 10 anni fa erano il 7%. C'è stato un balzo in avanti in relazione al successo formativo, di cui non si può non rilevare il fatto che è figlio anche di una capacità di lavorare insieme e di fare ricerca in comune. Se permettete una piccola civetteria rispetto all'Europa, sono circa 30 quelli che sono riuscito a censire, i cittadini francesi, olandesi e belgi (non sto parlando degli emigranti di altri percorsi) che hanno preferito portare i loro figli disabili in Italia e in particolare nella nostra regione, perché nei loro paesi ci sono altri sistemi educativi. Ne sono molto orgoglioso. Secondo piccolo, breve pensiero. Vorrei ricordare a tutti, in particolare agli insegnanti, che le grandi scoperte della didattica e della pedagogia, non sono mai partite dai primi. Sono partite in quei luoghi nei quali si è cercato con fatica di garantire e di sviluppare per, diciamo, gli ultimi per andar di breve o nelle persone che hanno difficoltà, un qualche cosa del loro riscatto. E’ un elemento del quale noi della scuola dobbiamo essere molto orgogliosi. Cito banalmente il grande Comenio che ha prodotto il primo libro per i bambini, libro di scuola per i bambini nel 600, per i bambini contadini della Slovacchia, del movimento Ussita. Oppure Decrolì che ha inventato il metodo globale per i figli dei minatori del Belgio. O come non ricordare la grande Montessori. Voglio dire cioè che tutta la ricerca che si fa e tutta l'evoluzione qualitativa che si fa per garantire ai nostri bambini disabili un miglioramento della qualità della loro integrazione, non ha affatto un esito solamente speciale per loro come nicchia personale, ma ha una ricaduta e un effetto eco straordinario su tutti gli altri. Ad esempio nella nostra Regione è proprio vero che la tecnologia, in particolare la tecnologia informatica, è nata prima, è entrata prima per garantire al mondo della disabilità degli effetti e poi si è allargata sugli altri. Mi piace molto pensare che garantire agli ultimi il massimo di opportunità, in realtà garantisce a tutti gli altri una migliore qualità dell'istruzione. Su questo stiamo lavorando. Grazie.