Barbara Schiavon

(slide 1-2) vi presento il programma che riguarda i centri di informazione e consulenza per l'adattamento dell'ambiente domestico: è un programma che è stato avviato da poco, vi faccio subito vedere il quadro normativo di riferimento che ci ha permesso di realizzare questo progetto a livello regionale. L'avvio è stato possibile grazie ad un programma finalizzato all'autonomia nell'ambiente domestico delle persone disabili ed anziane contenuto nella delibera di consiglio regionale numero 514, che riguarda la programmazione annuale degli interventi e la ripartizione delle risorse dei servizi sociali. E’ una delibera del novembre 2003 a cui immediatamente dopo è seguita una delibera della giunta regionale, la numero 2248 che ha dettato le regole organizzative per la costituzione dei centri, quindi tutto quello che riguardava il loro funzionamento, le attività che dovevano svolgere, la composizione minima dell'équipe, il tipo di figure professionali, gli orari minimi di apertura degli sportelli e via dicendo, quindi un atto molto dettagliato che dava un orientamento molto preciso. Con questo programma finalizzato abbiamo potuto lavorare nel 2004 e lavoreremo nel corso del 2005 per avviare i nuovi centri, mentre grazie alla nuova delibera di programmazione degli interventi e delle risorse dei servizi sociali di consiglio regionale che è stata approvata una decina di giorni fa, la numero 615, potremo continuare il progetto. Sono due programmi che hanno ricevuto da parte della Regione un sostegno economico di 500 mila euro ciascuno, per un totale di un milione di euro, che corrisponde alla copertura del 70% del progetto, mentre la compartecipazione economica da parte dei comuni del territorio regionale è stata del 30%. (slide 3) Il progetto che riguarda la costituzione dei centri nasce da una motivazione ben precisa, da un bisogno realmente rilevato sul territorio: la crescente domanda di supporto nell'individuazione di soluzioni per l'accessibilità, la fruibilità e la vivibilità delle abitazioni private. Questo bisogno espresso direttamente dai cittadini e in aumento nel corso degli anni, veniva segnalato dai servizi territoriali di tipo socio-sanitario, ma soprattutto veniva rilevato dai centri di riferimento regionale che il collega Mazza ha citato, il Centro di Informazione sulle Barriere Architettoniche di Reggio Emilia e il Centro Regionale Ausili di Bologna che, come vedrete poi nella presentazione delle attività, avevano nel totale delle richieste di informazione e consulenza per la gran parte dei casi domande che provenivano da privati cittadini. D'altro canto avevamo un territorio regionale in cui, pur presenti dei servizi molto qualificati (sociali, sanitari, socio-sanitari) con competenze in tematiche limitrofe o anche sovrapponibili, non avevano però una competenza specifica globale su questo tema e quindi si rilevava anche una necessità proprio di formare delle persone con una competenza specialistica sul tema. (slide 4) Con questo programma quindi sono stati posti degli obiettivi di ampio respiro, obiettivi strategici, di sistema che sono volti a promuovere le politiche per il sostegno dell'autonomia e della vita indipendente e a favorire la permanenza di persone nel proprio domicilio, per evitare il più possibile l’accesso definitivo nelle strutture residenziali o almeno per posticipare il più possibile tale ingresso. (slide 5) Tutto comunque si inserisce in un sistema molto più ampio e complesso di politiche a sostegno della domiciliarità, le politiche regionali infatti in questi anni sono state volte in particolare a incrementare e qualificare l'assistenza domiciliare, a creare e consolidare una serie di servizi diurni e residenziali sia per anziani che per disabili con particolare attenzione e sostegno ai posti per ospitalità temporanea di sollievo a coloro che hanno il maggior carico assistenziale e per affrontare eventuali situazioni di emergenza. Un intervento fondamentale di sostegno delle responsabilità familiari, avviato già dal 1995 è l’ assegno di cura per disabili e anziani, si tratta del riconoscimento di un contributo economico a sostegno dell’accoglienza a domicilio delle persone in condizioni di non autosufficienza e del lavoro di cura svolto dalle famiglie o da chi si fa carico dell’assistenza.

In tutto questo complesso di politiche si inseriscono gli interventi di contributo economico, in particolare abbiamo visto che la legge 29 già dal ‘97 prevede dei contributi per acquistare attrezzature, arredi, strumentazioni ed ausili che possano rendere più facile la vita autonoma in casa. Il tassello da rafforzare, per completare questo mosaico dopo la nascita e il grosso lavoro svolto dai servizi di riferimento regionale di Bologna e Reggio Emilia, riguardava proprio la creazione di servizi di consulenza che aiutassero il cittadino a trovare le soluzioni più idonee per l'adattamento dell'ambiente domestico. (slide 6) Le azioni del programma fondamentalmente mirano a: mettere a sistema in tutto il territorio regionale e quindi rendere fruibili le esperienze di eccellenza e di alta specialità che in questi anni il Centro Regionale Ausili di Bologna e il Centro Regionale di Informazione sull'accessibilità e le barriere architettoniche di Reggio Emilia hanno portato avanti, garantendo un più facile accesso all'informazione, alla consulenza da parte di tutti i cittadini, non solo dei disabili gravi, delle persone completamente non autosufficienti, ma anche di qualsiasi persona che si trova di fronte ad una difficoltà nell’essere autonoma nella vita quotidiana all’interno della propria casa. (slide 7) Quando parliamo di adattamenti della casa per favorire l'autonomia nell'ambiente domestico ci riferiamo a una serie di interventi che fanno sì che l’abitazione possa essere adattata ai bisogni specifici e alle capacità effettive della persona, quindi di interventi che possono essere tra i più vari, dai più semplici ai più complessi, e che portano a una soluzione personalizzata rispetto al bisogno e alla condizione della persona. Quindi parliamo di superamento delle barriere nell'accesso alla casa, eliminazione delle barriere all'interno della casa, arredi personalizzati, arredi particolari per facilitare appunto l'utilizzo dell'ambiente domestico, ausili che aiutano lo svolgimento delle attività della vita quotidiana, organizzazione degli spazi interni (a volte con una semplice ridisposizione e riorganizzazione si riesce a fruire meglio dell’ambiente domestico), progetti di domotica, cioè di integrazione degli impianti che permettono una maggiore sicurezza, un maggiore controllo ambientale, un maggiore comfort e soprattutto una maggiore autonomia, e a volte anche dei piccoli accorgimenti, possono essere accorgimenti dal punto di vista ergonomico, dei prodotti anche semplicissimi che sono presenti sul mercato e non sono catalogati come ausili veri e propri ma possono servire a facilitare le attività quotidiane della persona. (slide 8) Per avvicinare il cittadino il più possibile a questa possibilità di ricevere informazioni e consulenza si è pensato di attivare una rete in tutto il territorio regionale che fosse presente con dei punti di informazione in ogni ambito provinciale, quindi si è pensato proprio alla strutturazione di una rete di centri di primo livello, di primo accesso, dove direttamente il cittadino si poteva rivolgere, in un ambito territoriale più vicino sicuramente rispetto ai Centri di Bologna e di Reggio Emilia che non sempre erano così accessibili per tutti i cittadini della regione. Sono sportelli territoriali pensati, in collegamento funzionale, e supportati dai centri di eccellenza di Bologna e di Reggio Emilia che mantengono questa loro funzione di alta specialità nelle tematiche degli ausili e delle barriere architettoniche e accessibilità. (slide 9) Come si è arrivati a costituire questi centri: la Regione innanzitutto nel dicembre 2003 ha assegnato e ripartito le risorse a livello provinciale in via preliminare ai comuni capoluogo di provincia, scelti quali soggetti attuatori dei programmi, naturalmente ha lasciato la possibilità da parte dei diversi ambiti territoriali (quindi dei comuni, delle province e dei comuni capoluogo di provincia stessi) di individuare eventualmente un altro comune capofila, un'altra forma associativa come i consorzi, le istituzioni presenti in alcuni territori, che si facesse carico di questa realizzazione del programma. I comuni capoluogo di provincia hanno concordato poi, insieme a tutti i comuni dell'ambito provinciale e alle amministrazioni provinciali stesse, di svolgere il ruolo di soggetti responsabili. Quindi alla fine i comuni che noi avevamo individuato sono stati gli stessi che si sono fatti carico della realizzazione, sono stati scelti proprio come soggetti responsabili da parte dei territori provinciali. In marzo 2004 avevamo una mappa definita dei soggetti responsabili di questo progetto. (slide 10) A questo punto i comuni capoluogo di provincia hanno attivato dei gruppi di progettazione che hanno lavorato al progetto da realizzare in ambito locale. Questi con il supporto dei nostri servizi regionali e dei centri di Reggio Emilia e di Bologna hanno preparato, definito e presentato i progetti attuativi locali, quindi in luglio 2004 sono stati presentati in regione i progetti di attuazione specifici di tutti gli ambiti territoriali e contemporaneamente, entro il settembre del 2004, i comuni responsabili hanno individuato e definito le èquipes di lavoro multidisciplinari che secondo le indicazioni contenute nella delibera che regolamentava la struttura dei centri dovevano essere composte almeno da 4 figure professionali: un operatore sociale, un tecnico della riabilitazione, un tecnico progettista e un addetto alla segreteria. Alla fine di questo processo sono state composte le équipes e ora abbiamo dieci èquipes che complessivamente comprendono 58 operatori. (slide 11) Potete vedere rispetto alle quattro aree definite, che le figure professionali sono tra le più diverse: tra gli operatori sociali abbiamo assistenti sociali, educatori, funzionari dei comuni o dei consorzi, operatori dei centri di informazione o di altri servizi. In quest'area vediamo che fondamentalmente gli operatori sono provenienti dai comuni, dai consorzi di comuni, mentre alcuni vengono dalle aziende sanitarie e di media sono operatori dei servizi territoriali di integrazione sociale, di sostegno alla famiglia o dei servizi per l'handicap in età adulta, qualcuno viene anche dal privato sociale. Nell'area dei tecnici della riabilitazione e degli operatori sanitari abbiamo dei fisioterapisti, un fisiatra e un infermiere, anche qui c'è una presenza sia di operatori delle strutture ospedaliere, della medicina riabilitativa, sia degli operatori dei servizi di riabilitazione territoriale o dei servizi per la disabilità adulta prevalentemente delle aziende sanitarie, in modo più marginale sono coinvolti dei fisioterapisti del privato sociale. I tecnici progettisti sono architetti, geometri, ingegneri, tecnici informatici e qui vediamo una prevalenza della provenienza dall'ambito della libera professione o del privato sociale, quindi qui gli enti pubblici sono stati coinvolti in maniera un po' minore, mentre gli addetti alla segreteria provengono sia dagli enti pubblici che dal privato. (slide 12) I centri di secondo livello hanno già iniziato il loro lavoro di supporto da parecchi mesi e adesso si stanno occupando prevalentemente della formazione, quindi tutto il lavoro di preparazione, di formazione iniziale per l'équipe è partito a ottobre del 2004 e andrà avanti, almeno per questa prima fase di preparazione di base, fino al giugno del 2005, per un totale di 150 ore. Si tratta di una formazione molto complessa e sicuramente è la fase più impegnativa per le èquipe, questa prima parte intensiva serve per creare dei gruppi di lavoro dotati degli strumenti di base comuni per operare nei centri di informazione e consulenza. La formazione poi continuerà in modo permanente nel corso dello sviluppo del progetto. I Centri regionali continueranno a dare supporto poi nel corso del programma rispetto alla raccolta della documentazione tecnica, alla mostra permanente di ausili, prodotti, tecnologie e, appunto, alla gestione di tutte le banche dati sulla tematica, continueranno a dare anche una consulenza sui casi complessi e gestiranno, insieme anche ai centri territoriali, tutta la formazione dei professionisti e degli artigiani che sono figure importantissime per la realizzazione proprio degli interventi nelle abitazioni dei cittadini della regione. I Centri provinciali invece, dislocati in tutto il territorio daranno informazione e consulenza su soluzioni, contributi, agevolazioni, principalmente ai cittadini e alle famiglie. Quindi l'attività più importante è proprio rivolta al cittadino. Naturalmente però a livello locale questo supporto tecnico, questo lavoro di consulenza tecnica sarà dato anche agli operatori di servizi socio-sanitari e locali, al privato sociale e a tutti i tecnici operatori che necessitino di un aiuto su questo tema e ai rappresentanti degli utenti del territorio. (slide 13) Di fondamentale importanza sarà l'attività di informazione e di collegamento alla rete dei servizi perché vogliamo assolutamente evitare che si creino dei nuclei di lavoro che in qualche modo si mettano in antagonismo o in contrapposizione alla rete dei servizi già esistente, quindi dovranno inserirsi in modo armonico e collegarsi in modo da essere una risorsa nuova e utile per tutti i servizi: servizi sociali dei comuni, distretti e presidi ospedalieri delle aziende sanitarie, i centri di informazione e di documentazione sull'handicap, i medici di medicina generale, i cittadini e le associazioni che rappresentano gli utenti, le URP e anche soggetti che hanno un ruolo fondamentale nell'indirizzare e nel dare informazioni ai cittadini su questo tema, quindi i sindacati patronati, le associazioni di categoria e gli organi professionali. (slide 14) Il progetto ha delle fasi di sviluppo molto graduali perché naturalmente è necessaria una preparazione professionale molto approfondita e molto complessa e quindi, dopo l'avvio della formazione che è partita a ottobre 2004, a gennaio 2005 prevediamo che i gruppi di lavoro territoriali siano pronti a dare le prime informazioni ai cittadini intanto almeno sui contributi, le agevolazioni fiscali e le diverse risorse che possono aiutare il cittadino per adattare la propria casa. Dal marzo 2005, in una fase più avanzata della formazione, saranno in grado già di dare un supporto tecnico e un aiuto ai servizi territoriali, quindi ai comuni e agli enti locali per una valutazione delle domande di contributo, infatti in coincidenza di questa data ci sarà il termine di scadenza per la presentazione delle domande di contributo finanziate dalla legge regionale 29/97, quindi abbiamo previsto questo percorso parallelo. In luglio 2005 orientativamente i gruppi di lavoro dovrebbero essere in grado di dare una consulenza più complessa ai cittadini per soluzioni personalizzate. Naturalmente sarà importantissimo, in modo trasversale, promuovere e fare una campagna informativa a livello locale, ma in modo coordinato su tutto il territorio regionale, sull'attività dei centri e a dicembre del 2005 cominceremo con la prima verifica delle attività. Naturalmente la verifica verrà attuata con l'aiuto dei centri di riferimento regionale che creeranno proprio degli strumenti per verificare il tipo di attività svolta e insieme alla regione faranno anche un monitoraggio dei bisogni diffusi e dei bisogni che stanno emergendo in tutto il territorio.