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Anni 35, sesso femminile.
Da molti anni disturbi digestivi con saltuaria pirosi e rigurgiti acidi. Circa
2 anni fa la paziente ha eseguito EGDS che ha rivelato una gastrite da Helicobacter
Pylori. Viene effettuata eradicazione del germe.
La paziente è stata meglio per 1-2 mesi, poi una notte ha accusato
un violento dolore retrosternale, irradiato al collo ed alle braccia, oppressivo,
della durata di 10 minuti, accompagnato da crisi di ansia, sudorazione fredda,
pallore, marcata astenia. Chiama il medico di guardia che consiglia ricovero
d'urgenza.
1.
Quante probabilità vi sono che il dolore toracico della paziente
non sia di origine coronarica?
Ricoverata al Pronto
Soccorso.
La paziente è molto agitata, ma non presenta dispnea, né
tosse.
Esame obiettivo cardiopolmonare ed addominale: nella norma
PA 130-80 mmHg, FC 90/min
ECG, RX torace ed indici di necrosi miocardica risultano negativi.
Vengono somministrati ansiolitici e viene tenuta in osservazione per 24 ore.
La paziente passa una notte tranquilla e poiché il giorno dopo le condizioni
generali e cardiocircolatorie sono normali e non risultano alterazioni degli
esami di routine,
viene dimessa con diagnosi di "dolore toracico di n.d.d. e crisi di ansia"
e con terapia a base di ansiolitici, isosorbide dinitrato 5 mg per via sublinguale
in caso di crisi e raccomandazione di eseguire un ECG con prova da sforzo.
Nelle settimane successive la paziente ha altre tre crisi dolorose nel giro
di una settimana seguite da ricovero al Pronto Soccorso ed anche in reparto
cardiologico, dove esegue un ecocardiogramma ed un ECG con prova da sforzo
e successivamente anche una coronarografia, tutti con risultato negativo,
per cui la paziente
viene alla fine rimandata al medico curante con la diagnosi di "dolore
toracico non di origine cardiaca e crisi di ansia" e con la prescrizione
di ansiolitici , nitroderivati in cerotto e Carvasin al bisogno.
Nonostante la rassicurazione del cardiologo che non si tratta di una malattia
cardiaca, la paziente è molto preoccupata e insiste per avere una diagnosi
certa ed una terapia adeguata.
2.
A questo punto qual è la procedura più corretta?
La paziente effettua una visita gastroenterologica che evidenzia la presenza di una tipica sintomatologia da reflusso per cui lo specialista richiede un'esofago-gastroscopia.
3.
In quanti pazienti con dolore di origine esofagea sono presenti sintomi
di reflusso g.e. e/o di alterato transito esofago-gastrico?
L' esofago-gastroscopia dimostra un esofago indenne da lesioni, una piccola ernia iatale da scivolamento e lieve gastrite.
4.
Quale esame è più indicato a questo punto?